Al Real Teatro di San Carlo “Vespri siciliani” in tono minore

Uno spettacolo non ben riuscito. Inutile fare giri di parole o trovare frasi dolci o diplomatiche.
La direzione di Henrik Nánási zoppica e a fatica riesce a reggere l’intera macchina sonora, già di per se poderosa per i meravigliosi innesti sinfonici e i sublimi duetti ( soprattutto maschili ) che Verdi cesella alla perfezione.
Già nell’introduzione della bellissima Ouverture di ispirazione tardo Beethoveniana, non si sente quel ribollio tra oppressi ed oppressori che dopo sfocerà nella triste storia e manca già nel primo atto, quella forte connessione tra la direzione d’orchestra e le voci che appaiono non compiute nel complessivo disegno agogico dello spartito.
Maria Agresta, nella parte di Elena, si mostra affaticata e non a suo agio. L’abbiamo più volte applaudita in una bellissima edizione di Otello, fenomenale Desdemona, ma qui, dove la voce deve in qualche modo salire sul drammatico di agilità ( trilli, salti, cadenze, colore, sovracuti ) mostra un limite. Ovviamente l’Agresta e perfetta quando impone un fraseggio lirico, con fibre sonore di assoluta ed eccelsa qualità, ma la parte di Elena non è solo questo. Piero Pretti, nella difficile parte di Arrigo, è quello che più ci ha convinto. Pretti ha tenuto una linea di canto coerente, attento allo spartito, anch’egli però in difficile sintonia con alcuni duetti. Molto bello il fraseggio nobile e accorato di Mattia Olivieri, nella parte di Guido di Monforte, ma la sua voce si adatta più al canto belliniano che ad un Verdi di siffatta misura. Giovanni da Procida è interpretato da un buon Alex Esposito. Molto bene Gabriele Sagona (Il Sire di Bethune), Alessandro Spina, Carlotta Vichi, Antonio Garès, Lorenzo Mazzucchelli, Francesco Pittari e Raffaele Feo. La regia di Emma Dante ci offre uno spaccato di una Sicilia contemporanea in lotta da secoli contro gli oppressori, ed innalza a simbolo del riscatto e della Libertà la straordinaria figura di Paolo Borsellino, martire civile, che ci esorta a non dimenticare mai e di Rita ( Elena) figura femminile in prima linea con il suo popolo, contro i francesi/mafiosi.
Dispiace osservare che dopo l’uscita del Maestro Basso le prestazioni del coro non hanno ancora trovato un saldo equilibrio tra voci maschili e femminili.

Pino De Stasio

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2 commenti su “Al Real Teatro di San Carlo “Vespri siciliani” in tono minore”

  1. Veramente il coro era già poco riconoscibile , come tenuta e come qualità vocali nella Turandot. Non penso che un maestro appena arrivato possa fare miracoli

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  2. Peccato. Il potenziale era davvero alto, soprattutto per la parte maschile. Io non ho potuto vederlo ma viva il san carlo comunque!

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