Ermione o dell’ Olimpiade rossiniana. Capolavoro tra conservazione e visionarietà sconcertante.

Straripa di novità Ermione. Rossini compone questa nuova tragedia in musica, su libretto di Andrea Leone Tottola tratta dall’Andromaca di  Racine,  liberamente  ispirata da Euripide, per il Real Teatro di San Carlo nel 1819. Napoli era di fatto la capitale europea del melodramma ed aveva un pubblico colto e  attento, ma non comprese il valore … Leggi tutto

Bianca e Falliero emoziona il pubblico , Jessica Pratt Nostra Signora del Belcanto.

Non potevo mancare a Pesaro quest’anno. Partito dalle Calabrie, dove Pietro Metastasio curò i suoi malanni e guarì, sono giunto a Napoli per riprendere il viaggio su per la penisola, così come faceva il Nostro semidio. Pesaro è cittadina luminosa, ben curata, con tante biciclette che ti tagliano la strada e con un dialetto che … Leggi tutto

Eccellenti le voci in Maria Stuarda, deludono direzione e l’ingenua regia.

Pretty Yende e Francesco Demuro

Intriga sempre la storia delle regine, e Donizetti scrive dei veri capolavori. Maria Stuarda rispetto alla trilogia ( Anna Bolena e Roberto Devereux ) è melodramma crepuscolare, intriso di solitudine con trame immerse in un libretto non sempre fluido del giovane Giuseppe Baldari. La censura non risparmiava nulla all’epoca e rimaneggiare in continuazione frasi come  … Leggi tutto

La Gioconda travolge il San Carlo, suprema prova di Anna Netrebko

Il Real Teatro di San Carlo, e il suo sovrintendente, hanno messo un sigillo d’oro per questa meravigliosa prima della “Gioconda” di Amilcare Ponchielli. Senza riserve su nessuno, forse chi non ci ha convinto pienamente è Eve-Maud Hubeaux / Laura Adorno, poco espressiva nel duetto con Gioconda “L’amo come il fulgor del creato” che ha necessità … Leggi tutto

Una Norma di gran pregio. Anna Pirozzi stupisce il pubblico del San Carlo.

Siamo andati a vedere “Norma” al Real Teatro di San Carlo. L’ultima recita. Ricordo una Norma del nostro Massimo, credo nel 2016, diretta dal compianto Nello Santi.
Un Maestro, Santi, che dirigeva tutto a memoria e quella sera ci incantò per la bellezza musicale che riuscì a creare durante tutta la rappresentazione.
Lo andai a salutare dietro il palcoscenico, ne rimasi affascinato per la gioviale semplicità del suo sorriso, dopo una serata di profonda bravura direttoriale.
Purtroppo l’edizione odierna di “Norma”, prodotta dal Teatro Real di Madrid, risente di una direzione, quella di Lorenzo Passerini, priva di quello smalto ritmico che necessita l’architettura sonora di questo sommo capolavoro. Il gesto appare troppo enfatico e l’orchestra e le voci ne risentono visibilmente, rallentando tutto il piano sonoro, scolorendo le scene più tragiche, asciugando oltremisura i grandi duetti, penalizzando infine la resa tragica della narrazione.
Fortunatamente “Norma” è capolavoro che ha dentro la sua struttura musicale una sorta di pilota automatico. Abbiamo apprezzato la coraggiosa regia dell’australiano Justin Way che ha tracciato uno spettacolo su un percorso di “straniamento” storico/temporale.
I personaggi guardavano loro stessi come interpreti/attori di storie e vicende metastoriche, trasversali e infine risolte nella dissoluzione del Teatro medesimo, come dire che la Verità più alta è la finzione!
Norma quindi come pretesto, a detta di Justin Way, per dire poche cose, ma necessarie: Amore e Morte.
Ci ha sorpreso la crescente bravura e maturità, durante tutta l’Opera, del soprano Anna Pirozzi. L’attacco del recitativo di “Sediziose voci” ci consegna un canto di grande impatto tragico, seguito dalla lunare poetica cavatina della celeberrima “Casta Diva” cantata con espressione partecipata.
Un canto ipnotico, immerso in finti alberi alla “Querelle de Brest”di Fassbinder e gesti aulici, segnati e cadenzati come il Teatro Nō giapponese ci ha fatto vedere.
Una Norma stupenda quella della Pirozzi, che volteggia agevolmente tra i tanti personaggi del melodramma; come Medea, Tosca o la Minnie pucciniana.
Tutto è racchiuso in una superba interpretazione, costruita con estrema intelligenza e accompagnata da tecnica sublime, anche quando le difficoltà delle impossibili agilità belcantiste erano risolte da lirico spinto.
Impressionante la bravura da fraseggiatrice colta ( poichè ascoltatrice delle storiche edizioni di Norma ) della Pirozzi, vederla nel toccante duetto con Pollione “In mia man alfin tu sei” è da grande Maestra delle scene. Gestione del corpo perfetta, gesti misurati e sicuri, sguardo fiammeggiante. Persino il Pollione di De Tommaso qui brilla, la sua voce possente fa intravedere un grande tenore che dovrà ancora percorrere studio e pazienza per compiere un Pollione definito. Ma la voce di De Tommaso ci piace e lo vorremmo vedere ancora, magari in ruoli verdiani.
L’Adalgisa di Ekaterina Gubanova ben si armonizza con la voce della Pirozzi e riesce a sfoggiare non poche preziose qualità vocali, nel “Si, fino all’ore estreme” da anche prova di piccole interessanti variazioni. L’Oroveso di Alexander Tsymbalyuk mostra una tenuta visiva da mago Merlino, ma riesce a disegnare un padre credibile. Molto bene Veronica Marini, Clotilde e Giorgi Guliashvili come Flavio. Una menzione speciale al coro del San Carlo diretto da Fabrizio Cassi, eccezionale il finale, eccellenti tutti i registri vocali degli artisti, concetratissimi, anche quando la direzione di Passerini non era proprio sui giusti “attacchi”. Norma e Pollione, con il palcoscenico in fiamme, vanno al rogo con un teatro strapieno e scrosciante di applausi meritatissimi.

Pino De Stasio

20 marzo 2024

Il tragico romantico del “Tancredi”, Rossini trionfa a Rouen

Ho fatto il giro di una parte d’Europa per vedere il Tancredi di Gioacchino Rossini, in una coproduzione dell’orchestra del teatro Bienne Soletta, Opera Rouen Normandia. Un pò come Marie-Henri Beyle (Stendhal) che vide quest’ opera come melodramma assoluto nella complessa e lucente galassia rossiniana, anche io, povero ascoltatore che viaggia in treno, come un … Leggi tutto

Don Giovanni al San Carlo, delude la regia di Martone e la direzione di Trinks.

Don Giovanni è capolavoro tra i capolavori. Opera perfetta, in equilibrio cristallino tra farsa e tragedia. Tutti i personaggi sono delineati dalla magnifica penna di Da Ponte. Quello che appare subito al pubblico è una scena fissa, un emiciclo in legno, una sorta di parlamento/tribunale dove il popolo/coro/comparse/comprimari osservano via via le scene offerte dai … Leggi tutto

Al Real Teatro di San Carlo “Vespri siciliani” in tono minore

Uno spettacolo non ben riuscito. Inutile fare giri di parole o trovare frasi dolci o diplomatiche. La direzione di Henrik Nánási zoppica e a fatica riesce a reggere l’intera macchina sonora, già di per se poderosa per i meravigliosi innesti sinfonici e i sublimi duetti ( soprattutto maschili ) che Verdi cesella alla perfezione. Già … Leggi tutto

Una Turandot su mondi paralleli

Mai andare a teatro e vestirsi di preconcetti. L’animo libero di ogni spettatore dovrebbe inseguire il giusto valore di un’Opera lirica e con essa, voci, messa in scena, direzione d’orchestra. Il Real Teatro di San Carlo, ed il suo Sovrintendente, stanno mostrando un dinamismo molto interessante con la scelta di registi che stimolano il dibattito … Leggi tutto